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martedì 11 dicembre 2012

SCANDALO EURIBOR: E I SINDACATI BANCARI STANNO A GUARDARE (PREOCCUPATI? E SE SI', PER CHI?)......

DAL SITO DEL SOLE 24 ORE:

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-12-11/euribor-bruxelles-indaga-banche-064043.shtml?uuid=AbF92vAH

Euribor, Bruxelles indaga su 12 banche per manipolazione del tasso d'interesse


BRUXELLES - Si profila in Europa un nuovo scandalo finanziario dopo quello scoppiato a Londra l'anno scorso e che riguardava il Libor, uno dei più importanti tassi interbancari al mondo. La Commissione europea ha confermato ieri che sta indagando attivamente sui modi in cui viene fissato l'Euribor, l'equivalente del Libor per la zona euro. Quasi 50 istituti di credito partecipano alla fissazione di questo tasso di mercato, ma secondo fonti di stampa una dozzina sarebbe al centro dell'indagine.
«È una inchiesta che consideriamo come una nostra priorità», ha detto ieri a Bruxelles Antoine Colombani, il portavoce del commissario alla Concorrenza Joaquin Almunia. «Per il momento non posso dire di più, se non che l'indagine continua. Soprattutto non posso dirvi il nome delle banche che sono coinvolte da questa inchiesta» iniziata nell'ottobre del 2011 quando venne a galla lo scandalo del Libor. La presa di posizione è giunta sulla scia di un articolo del Wall Street Journal.

Il giornale americano ha spiegato ieri che la Commissione sarebbe sul punto di accusare una dozzina di banche di avere manipolato il tasso d'interesse (l'euro interbank offered rate). Non c'è stata conferma da parte della Commissione né sul numero di banche né sulla tempistica. L'Euribor è fissato dalle banche, organizzate nella Federazione bancaria europea (Ebf). Il tasso d'interesse è essenziale perché è utilizzato per fissare il prezzo di mutui, prestiti, derivati e decine di altri strumenti finanziari.
Secondo il giornale americano, la banca inglese Barclays avrebbe già ammesso di avere manipolato il tasso d'interesse e quattro istituti avrebbero strettamente collaborato con la banca inglese: Deutsche Bank, Crédit Agricole, Société Générale e Hsbc. In questo contesto, l'Ebf sta cercando di evitare di subire lo stesso destino dell'Associazione bancaria inglese (Bba) che in autunno ha perso la possibilità di gestire il Libor. Le autorità inglesi hanno deciso di prendere il controllo del mercato per evitare manipolazioni a danno di consumatori e concorrenti.
«Quando scoppiò lo scandalo Libor - ha spiegato al Wall Street Journal Guido Ravoet, il presidente della Efb - fummo molto veloci nel dire che eravamo pronti ad accettare una vigilanza pubblica. Ci sono certamente delle fragilità nel nostro sistema di governance. Siamo completamente aperti». A metà novembre la stessa Banca centrale europea aveva chiesto profondi cambiamenti al modo in cui è fissato l'Euribor e proposto una sorveglianza diretta delle autorità europee.
«C'è margine significativo per riformare l'Euribor», ha detto la Bce. «Nel breve termine, l'obiettivo dovrebbe essere di migliorare la governance, oltre che offrire un chiaro scadenzario per migliorare sia il regolamento che la sorveglianza dell'Euribor (…) Nel più lungo termine, sarà importante migliorare il calcolo del tasso d'interesse basandolo sulle effettive transazioni». In quella occasione, la Bce aveva proposto che a vigilare sull'Euribor potesse essere l'Autorità bancaria europea (Eba).
Sempre secondo il Wall Street Journal, due banche, l'americana Citigroup e la tedesca DekaBank, sono uscite dal gruppo di istituti di credito che fissano l'Euribor, apparentemente per evitare di essere coinvolte in qualche forma di manipolazione del mercato, un fenomeno almeno in parte legato all'ingordigia legata al boom di Borsa degli anni 2000. In giugno, Barclays ha accettato di pagare una multa di 453 milioni di dollari per chiudere il dossier Libor. """"""""""

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COMMENTO ALAC-AGL

Se a Bruxelles sono stati gli uffici dell’Antitrust ad aver avviato un’indagine sulla manipolazione del tasso di interesse, nel nostro paese l’inchiesta è di carattere penale. E porta la firma della procura di Trani.Dopo l’inchiesta sulle agenzie di rating, ora i giudici del capoluogo pugliese muovono contro chi potrebbe aver avuto interesse a speculare sul tasso che determina, in particolare, il valore dei mutui immobiliari.I reati ipotizzati sono truffa aggravata e grave manipolazione dei mercati.La delega per l’indagine è della guardia di Finanza e di un team di esperti ha cominciato ad analizzare documenti e articoli di stampa. L’ipotesi è che ci sia stata una scientifica manipolazione ai danni di circa due milioni e mezzo di famiglie italiane.Le indagini non nascono a caso ma dalle denunce che le associazioni dei consumatori presentano a Trani. I danni ai mutuatari italiani, dovuti al balzo dei tassi, sono stati giù stimati in almeno 3 miliardi di euro.
Ci viene il dubbio: perchè vari soggetti si stanno attivando nelle denunce tranne i sindacati dei bancari, rappresentanti di una categoria di lavoratori colpita da spietate ristrutturazioni che tuttavia sono i primi a conoscere determinati meccanismi,sin dal loro avvio?
Non starà avvenendo, nel rapporto tra sistema bancario e maggiori sindacati di settore qualcosa di simile a quanto già visto nel rapporto tra ILVA e gli stessi sindacati (locali e nazionali) metalmeccanici? Ci appelliamo ai lavoratori bancari: facciano la loro scelta di campo, ma subito perchè tra poco, per il loro posto di lavoro e per milioni di risparmiatori, sarà troppo tardi.

mercoledì 21 novembre 2012

CASSAZIONE: LICENZIAMENTO E DOCUMENTI RISERVATI

Cassazione, Sentenza n. 20163 del 16 novembre 2012.
Il lavoratore licenziato (nello specifico si trattava di un bancario) , per difendersi, può utilizzare corrispondenza e documenti aziendali riservati, nel caso in cui il datore di lavoro non si sia comportato correttamente, in quanto finalizzata all'esercizio di diritti.Se il datore di lavoro ha adottato un atteggiamento vessatorio non può invocarne l'abusivo impossessamento nè la violazione dell'obbligo di fedeltà.

lunedì 19 novembre 2012

ACCORDO CON SVIZZERA SU CAPITALI ALL'ESTERO?

Da TM News:

""""""""""Svizzera spera in un accordo con Italia su Fisco entro 21 dicembre

Per le autorità svizzere "i lavori progrediscono bene". In trattative anche con altri Paesi europei

Pubblicato il 19/11/12 da TMNews
Berna, 19 nov. (TMNews) - Le autorità della Svizzera sono "ottimiste" sulla possibilità di raggiungere un accordo tecnico con l'Italia sulla regolarizzazione dei conti di clienti italiani negli istituti di credito elvetici entro il 21 dicembre prossimo. Lo ha riferito l'ambasciatore Oscar Knapp, responsabile Divisioni Mercati della Segreteria di Stato per le questioni finanziarie, spiegando che per quella data si punta ad una intesa tecnica da sottoporre ai governi. "Siamo fiduciosi di presentare una soluzione concordata ai governi" ha detto Knapp.Si tratterebbe di un nuovo accordo di questo genere per la Svizzera, che ha già stretto intese simili con Gran Bretagna, Austria e soprattutto con la Germania, posto che l'intesa raggiunta con Berlino è stata siglata col governo ma deve essere ancora ratificata dal parlamento tedesco. Comunque in generale con l'Italia "i lavori progrediscono bene" ha aggiunto l'ambasciatore, e le delegazioni sono entrambe soddisfatte.
Oltre alle trattative che ha con l'Italia per un accordo di sanatoria sui conti bancari detenuti in Svizzera da parte di clienti italiani, e non conosciuti dal fisco italiano, Berna ha in corso "contatti formali" con vari altri paesi dell'Unione europea e non, ha riferito il portavoce del Segretariato di Stato per le Questioni finanziarie, Mario Tuor, incontrando un gruppo di giornalisti italiani a Berna. Tuor ha precisato che al momento la Svizzera non rivela quali siano questi paesi."""""""""
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COMMENTO AGL:
I più attenti alle esternazioni dei sindacati nostri concorrenti (critici col Governo per la scarsa lotta all'evasione fiscale) ricorderanno che questa della necessità che il Governo Monti al più presto sottoscrivesse, similmente ad altri Paesi che già l'hanno fatto, un accordo con la Svizzera per la tassazione dei capitali italiani detenuti in c/c svizzeri all'insaputa del Fisco italiano, era una sorta di discriminante per testare la buona volontà del Governo, ai fini di un successivo dialogo. Si diceva cioè, "avete fatto la spending review, i tagli orizzontali, state massacrando il Welfare, saremmo disposti a tollerare questi sacrifici se almeno faceste quel tale accordo con la Svizzera, ecc. ecc.".A parte le enunciazioni (non ostili) di principio, però,finora, da parte del Governo, nulla di concreto. E tanto silenzio da parte degli organi di stampa. Ora questo articolo che ci dice che le cose sarebbero a buon punto. Tuttavia non capiamo alcune cose e, soprattutto, alla luce di queste, ci sembra un pò avventata l'apertura di credito eventuale che altre organizzazioni sindacali hanno assicurato purchè tale accordo si facesse.
Intanto, l'indicazione del 21 dicembre come probabile data della chiusura dell'accordo è un chiaro avviso ai naviganti perchè, se del caso, prendano le loro contromisure.E di solito, in questi casi (Amato docet) la sorpresa è uno degli ingredienti fondamentali.Poi si parla apertamente di "regolarizzazione" e di "sanatoria" dei conti detenuti all'estero. Ossia, in Europa si offre la stessa carità ai capitali italiani clandestini che in Italia offriamo agli esseri umani che immigrano e lavorano da noi in nero. Dobbiamo supporre quindi che appena varcata la frontiera i capitali italiani vengano adeguatamente e amorevolmente "rifocillati". E magari ci sia da parte del governo svizzero la disponibilità a chiudere gli occhi su eventuali "marachelle" .A parte le battute, è chiara la differenza con il meccanismo dello scudo fiscale. Qui i capitali non torneranno, non saranno più a disposizione delle banche italiane per prestiti e investimenti. Non ci sarà autodenuncia dell'evasore italiano al fisco italiano ma tutto verrà "gestito" dalle autorità svizzere.Quanti soldi entreranno non è dato prevederlo ma è meglio non farsi illusiani: molti meno di ciò che avvenne con lo Scudo Fiscale. Già ci aspettiamo poi la "giustificazione", come a scuola, del ritardatario Governo Monti: "che volete, ancora non lo ha ratificato neppure il Parlamento tedesco..."
Ma, diciamo questa volta ai sindacati italiani, perchè state accettando questa ridicola presa in giro dal governo italiano (un pò come il sostegno alla Tobin Tax che, così come concepita, ci procurerà solo danni) tramite la quale si fa solo il solletico ai ricchi, non difendete come noi il cittadino e il lavoratore da attacchi alla sua libertà attualmente in corso, ossia: le limitazioni all'uso del contante, il sostanziale obbligo, per tutti , di avere un conto corrente, la definitiva abolizione (solo per i poveri) del segreto bancario, in realtà solo una scusa, questa, come già abbiamo argomentato in altra sede, per controllare il cittadino 24 ore su 24, i livelli demenziali di tassazione (sia riguardo alle aliquote che agli adempimenti) quando è risaputo che l'unico modo di sconfiggere l'evasione è la riduzione degli adempimenti burocratici e uno shock che porti a un abbassamento delle aliquote in maniera tale che ogni persona non sia costretta a dare allo Stato più di un terzo della sua ricchezza e di quello che produce?Anche a costo di dismettere pezzi di Pubblica Amministrazione. Già oggi per sopravvivere, sia il dipendente che il piccolo imprenditore, sono costretti al nero.Vogliamo deciderci ad intervenire su queste concrete misure o forse ancora qualcuno crede che Monti sia intenzionato ad alleggerire sul serio i miliardari?

domenica 18 novembre 2012

SEGRETO BANCARIO: THE NEVERENDING STORY

Il Garante della privacy ha dato il via libera alla trasmissione dell'Estratto conto al fisco.Il nuovo sistema di trasferimento dati “Sid” è considerato sufficientemente sicuro ma il Garante continuerà a vigilare. L'Authority ha approvato lo schema di provvedimento dell'Agenzia delle entrate che stabilisce le modalità con le quali saranno trasmesse all'Agenzia le informazioni relative ai conti correnti (importi totali di accrediti e addebiti, saldo iniziale e finale dell'estratto conto) e anche ai rapporti extra-conto per la "comunicazione integrativa annuale". La trasmissione doveva iniziare il 31 ottobre scorso ma il Garante aveva sollevato obiezioni sulla sicurezza del sistema, considerata l'enorme concentrazione di informazioni presso l'Anagrafe tributaria e il potenziale di rischio difficilmente riscontrabile in un ordinario esercizio dell'attività finanziaria o bancaria.

Così è stata cambiata l'infrastruttura tecnologica e il servizio Entratel ha ceduto il passo al Sid, Sistema di interscambio. Il nuovo sistema consente di automatizzare le procedure di trasmissione con meccanismi di estrazione, composizione, compressione e cifratura dei dati. La banca sarà connessa direttamente all'Agenzia e non potrà avvalersi di intermediari fiscali. Il file cifrato dovrà essere conservato su un server Ftp solo per il tempo strettamente necessario allo scambio e in ogni caso i dati dovranno essere definitivamente cancellati dopo 6 anni.
Già alla fine dell'anno scorso ,nell'ambito della lotta all'evasione fiscale, l'art. 11 del Decreto SalvaItalia ha reso automatico il controllo delle movimentazioni finanziarie. Banche, Poste, Sim devono comunicare regolarmente al fisco le operazioni relative ai rapporti di tutti i clienti. Dal 2013 l'operazione si ripeterà il 31 marzo di ogni anno, con riferimento alle operazioni di conto corrente (e anche extra-conto, es. cambi di valuta estera o incasso di assegni) relativi all'anno precedente.

Sono esclusi i pagamenti con bollettini postali inferiori ai 1.500 euro.

In questo modo l’amministrazione tributaria avrà accesso diretto ai dati contenuti in circa 40 milioni di conti correnti. I supercomputer della Sogei, la società di IT del ministero dell'Economia, elaboreranno 22mila informazioni al secondo e segnaleranno le posizioni "a rischio", cioè che richiedono un controllo più mirato.

L'obiettivo sarebbe di recuperare una parte dei 120 miliardi di euro che vengono sottratti al fisco ogni anno.

D'ora in poi l'Agenzia delle Entrate userà i dati bancari non solo per avere conferma nell'ambito di accertamenti già in corso su specifici contribuenti, ma come fonte diretta per selezionare i potenziali evasori.



Tutti parlano di fine del segreto bancario.In realtà esso non è mai esistito per i conti dei poveracci e continuerà ad esserci per i conti svizzeri ed esteri, in generale, dei ricchi e degli evasori.
Non è escluso che possa significare invece la fine delle banche italiane a vantaggio di quelle straniere. Ecco perchè, solo per questo, molto probabilmente questo provvedimento verrà pian piano annacquato e reso innocuo (ovviamente con la scusa della difesa della nostra privacy) dai politici (presenti in ogni partito, anche prima del governo Monti) servi delle banche.
Come giustamente sottolineato da alcuni rimarrà invece la natura liberticida insita nel provvedimento. Come se la polizia , come accade nelle dittature, possa senza mandato fare perquisizioni di caseggiato. Chiunque potrà essere arbitrariamente colpito per motivi estranei alla lotta all'evasione partendo da questi dati, tra l'altro già oggi incerti e pericolosi (si pensi alle truffe on line, ai furti di identità, alle card clonate e alle cartelle pazze). Se poi qualcuno ha fiducia nelle possibilità della giustizia italiana di tutelare celermente e a costi contenuti il cittadino, evidentemente viene da un altro pianeta.
Inviteremmo poi tutti coloro che hanno a cuore la democrazia a riflettere sul processo che in questi anni ha portato l'agenzia delle entrate ed equitalia (rette di fatto da un unica persona fisica, ricordiamolo) ad essere un soggetto pubblico con poteri di gran lunga superiori a quelli del governo e del parlamento. Di vita e di morte, a giudicare dai suicidi verificatisi. Con quali risultati? Chiedetelo alle famiglie e alle imprese.
Effetto sicuro sarà la chiusura di migliaia di conti correnti in Italia, analogamente a quanto avvenuto per le imprese e, ancora, similmente, l'acquisizione di tale servizio all'estero per chi se lo potrà permettere. Altrimenti, nero. Tanto nero in più. E il calo di gettito sarà pagato da ulteriori tagli ai servizi essenziali.
L'abbiamo detto tante volte: l'unica maniera per ridurre l'evasione fiscale è l'abolizione delle centinaia di voci e di adempimenti e il passaggio a un sistema semplice in cui ciascun cittadino venga chiamato a contribuire al massimo per un terzo di quello che ha complessivamente. Là dove ciò è stato fatto, storicamente, si sono avuti risultati.
Calo immediato del gettito? Possibile, ma allora riduciamo le spese inutili, come ad esempio, tra le numerose altre, l'agenzia delle entrate ed equitalia (ovviamente impiegando altrove nella amministrazione finanziaria i funzionari che vi operano) l'una incapace di accertare quanto evaso, l'altra di riscuoterlo. Entrambe capaci solo di rovinare la vita di tanti cittadini e imprese, con adempimenti mostruosamente complicati, con perdite di tempo, con pretese infondate e generatrici di un costosissimo e inutile contenzioso in cui per lo più vengono sconfitte. E l'Italia affonda (tranne le banche, i loro referenti politici e gli alti dirigenti pubblici).

martedì 30 ottobre 2012

TOBIN TAX: NOI NON ABBIAMO FIRMATO L'APPELLO E NON LA CONDIVIDIAMO

Ecco alcuni buoni motivi per cui non abbiamo firmato e non siamo d'accordo con la Tobin Tax:
http://notizie.tiscali.it/articoli/interviste/12/10/tobin_tax_barrai_baglioni_verzelli.html?news

Noi, che viaggiamo un pò più terra terra, ci eravamo già insospettiti nel rilevare le insolitamente tempestive ed entusiastiche firme di Camusso, Angeletti e Centrella (tralasciamo i politici, tra i quali, considerato il loro pregresso rapporto con speculatori finanziari, determinate adesioni risultano patetiche, ancor prima che sospette).
Come AGL osserviamo semplicemente che ci sembra una trovata demagogica.Innanzitutto il mercato finanziario non è fatto solo di dannosa speculazione ma anche di compravendita di titoli attraverso i quali grandi aziende cercano il sostegno di una vasta platea di risparmiatori. Sarebbe eventualmente più sensato tassare in più i guadagni che non l'operazione finanziaria in se stessa, anche perchè il rischio concreto è che se in quel mercato l'operazione è tassata (e quindi diventa antieconomica) uno va a farla su un altro mercato.C'è poi un altro rischio: che vi sia una fuga di capitali dall'Italia, con la conseguenza di vedere altri esuberi aggiuntivi, alle migliaia attuali, nel personale delle banche che offrono il servizio di trading.E' abbastanza noto poi che se l'effetto sarà la mancanza di liquidità su quei mercati tassati, i comportamenti speculativi rischieranno di moltiplicarsi, ottenendo esattamente l'effetto contrario a quello voluto, superficialmente, da questi esperti di provenienza sindacale (un pò più competenti nel magna-magna, forse, piuttosto che in materie finanziarie). Un maligno potrebbe addirittura pensare che certe firme autorevoli abbiano ricevuto un imput interessato da alcuni loro potenti amici appartenenti non certo al mondo delle fabbriche (e non sarebbe la prima volta) .E' probabile poi che a un buon introito derivante dalla tassazione si contrappongano costi sociali, derivanti dalla disoccupazione ben maggiori, con un saldo negativo, alla fine, del gettito.E se ci sarà la gran fuga dalla Borsa italiana,dove troveranno i capitali le imprese desiderose di crescere?

giovedì 25 ottobre 2012

POSTE ITALIANE: UN PROBLEMA CHE INTERESSA TUTTI

Dando un occhiata al funzionamento di un ufficio di Poste Italiane in questi anni è stato possibile farsi una idea dello stato di salute dei servizi in Italia. Ciò potrebbe dirsi, in realtà, per ogni amministrazione diffusa capillarmente sul territorio. Guardi le facce della gente, ne percepisci gli umori e capisci se questo Paese ha raggiunto livelli di efficienza decenti.In effetti, stranamente, ad un progresso degli strumenti tecnologici, nelle Poste, non ha corrisposto un miglioramento in tutti i servizi. Ad esempio si lamentano, in generale, eccessive file alle poste stesse e ritardi nel recapito delle lettere. Strano, perchè le Poste erano state privatizzate nel 1998 (trasformazione in SpA). Una SpA all'italiana , ovviamente, in quanto l'azionista unico era ed è il Ministeo dell'Economia. Alcuni punti fermi di questa operazione sono comuni a quelli di altri processi simili. Ad esempio la perdita di centomila posti di lavoro.Se ne sono persi nel recapito, parallelamente alle sedi decentrate dello stesso, via via accorpate.Ed è aumentata la distanza da percorrere per molti clienti obbligati a farlo.Certo, gli utili societari sono aumentati ma si sono persi, anche recentemente, altri posti di lavoro ed è stato abolito il recapito al sabato. Peggioramento del servizio quindi (l'oggetto sociale di questa SpA).Nel bancoposta sono aumentati i servizi da fornire a parità di personale ma quest'ultimo non ha sufficiente dotazione tecnologica.La situazione societaria è sana (bilanci in equilibrio) ma le risorse non vengono usate per migliorare le condizioni del servizio.Come detto la riorganizzazione ha proceduto per "ondate" di cui le ultime, quelle da poco preannunciate saranno devastanti.Licenziamento di 12 mila portalettere, chiusura di 1200 uffici minori e razionalizzazione (apertura settimanale ridotta) per altri 600.
I più maligni sostengono che questo processo abbia due obbiettivi: scorporare il Bancoposta "bancarizzandolo" e frazionare, affidandolo a ditte private, il servizio di recapito.
Già in altri settori in cui questi processi sono andati avanti è stato possibile ricavare le controindicazioni che ora ovviamente, per il futuro, sono riproponibili per Poste Italiane. Essenzialmente: la possibilità che quando vi sia un disservizio l'utente non riesca a risalire al responsabile (non per fargli causa ma semplicemente per risolvere in fretta il suo problema perchè è solo ciò che in questi casi gli (ci) interessa). E poi il rischio che una privatizzazione e parcellizzazione spinta non favorisca la concorrenza ma l'instaurarsi di tanti piccoli monopoli territoriali, gestiti in dispregio delle esigenze delle collettività residenti nei territori più sperduti.
Anche se molti sembrano essersene dimenticati, il servizio postale è un bene di pubblica utilità. Un recapito efficiente incide sul benessere psicologico della gente, il bancoposta è uno degli strumenti più utilizzati per il risparmio popolare. Il quale a sua volta è raccolto dalla Cassa Depositi e Prestiti la quale svolge una funzione importante, tra le altre: quella di finanziare gli investimenti infrastrutturali dei Comuni.
La vertenza Poste, quindi, interessa tutti noi perchè sono in gioco beni preziosissimi che, una volta persi, difficilmente riusciremo a recuperare in breve tempo e a costi sostenibili.
Grande solidarietà quindi con le richieste dei lavoratori postali (innanzitutto: basta con i licenziamenti) , richiesta al governo di curare con la massima attenzione (come dovrebbe fare ogni buon proprietario) l'operato del suo management, una riflessione prima o poi da condurre tesa a rivalutare l'utilità del ritorno ad un soggetto pubblico di determinate funzioni, visto che 15 anni di liberalizzazione/privatizzazione hanno dimostrato il fallimento delle teorie sottostanti.
Cercheremo, come Sindacato, di dare anche noi il nostro contributo per il miglioramento di questa situazione, nell'interesse dei lavoratori e della collettività.

MEDIAZIONE OBBLIGATORIA, INTERVENTO CORTE COSTITUZIONALE

La Corte Costituzionale ha dichiarato la illegittimità costituzionale del decreto legislativo 28 del 2010, per eccesso di delega legislativa, nella parte in cui ha previsto il carattere obbligatorio della procedura di mediazione, alternativo al processo nelle controversie civili e commerciali al fine di ridurre il carico dei procedimenti nei Tribunali.
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COMMENTO ADIR-AGL:
Nonostante le apparenze si tratta, in sostanza, di una buona notizia. Infatti la Consulta ha stoppato la norma solo perchè il governo ha ecceduto i limiti della delega, non attenendosi ai principi e criteri direttivi previsti dalla legge di delegazione. E' un caso molto frequente.E' in un certo senso solo una "critica" al Governo per come ha proceduto ad attuare quanto deliberato dal Parlamento in attuazione della direttiva europea. Nonostante quanto le era stato richiesto, la Corte non ha dichiarato la mediazione obbligatoria illegittima per violazione degli articoli 3(principio di uguaglianza) e 24 (diritto di agire in giudizio) della Costituzione.Una volta letti, dopo il deposito, i motivi della sentenza, Parlamento e Governo avranno modo di adottare regole migliori che riguardino mediatori, relativi organismi e necessaria formazione.E' lasciata intatta dalla Consulta la libertà del cittadino ad usufruire della mediazione perchè economicamente conveniente e per la brevità del procedimento.

mercoledì 17 ottobre 2012

BANCHE.ESUBERI.QUASI RADDOPPIA PREVISIONE: DA 20 MILA A 35 MILA

Da Milano Finanza:

"""""""""Allarme occupazione nelle banche.

Il presidente Mussari ha descritto un quadro pessimistico, con troppi regolamenti e il peso delle sofferenze Le parti sociali temono il prepensionamento obbligatorio di 35 mila addetti. Ma Palazzo Altieri smentisce
I l numero degli esuberi in banca potrebbe salire vertiginosamente nei prossimi anni, fino a raggiungere le 35 mila unità. È questo il timore espresso ieri dai sindacati italiani del credito dopo un importante incontro che si è tenuto nel pomeriggio in Abi. Nella sede di Palazzo Altieri i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl e i segretari delle sigle del settore hanno incontrato Giuseppe Mussari, presidente dell'associazione bancaria italiana, e Francesco Micheli, capo della delegazione sindacale dell'Abi. Al centro dell'incontro c'era lo stato di salute del sistema bancario italiano che Mussari avrebbe descritto con tinte fosche, come ricostruito da MF-Milano Finanza. Il presidente dell'Abi si sarebbe infatti soffermato sul peso delle sofferenze e sull'eccesso di normative nazionali ed europee (Basilea 3 in primis), che rischierebbe di compromettere la ripresa del comparto. La discussione si sarebbe poi spostata sul tema del taglio dei costi e della razionalizzazione dei principali gruppi bancari per meglio contrastare la crisi. Anche se secondo Micheli «l'aspetto dell'occupazione non è stato toccato», al termine dell'incontro Lando Sileoni e Massimo Masi, segretari della Fabi e della Uilca, hanno subito lanciato l'allarme. «L'Abi ha detto che la produttività sta calando e ha mandato un messaggio chiaro che nel futuro ci saranno seri problemi occupazionali. Potrebbero quindi essere a rischio 35 mila lavoratori (rispetto ai 20 mila stimati inizialmente, ndr)», ha spiegato Masi, disponibile ad affrontare la questione «ma senza soluzioni coercitive». Anche per Sileoni l'Abi «sta preparando il terreno per il prepensionamento obbligatorio di 35 mila lavoratori bancari». Una possibilità, spiega ancora, «che l'Abi non dice ai tavoli ufficiali ma che stanno profilando i singoli banchieri ai sindacati». Questo, per la Fabi, equivarrebbe «alla fine della categoria». Critico anche Agostino Megale della Fisac-Cgil: «La priorità nella crisi dovrebbe essere quella di garantire il lavoro e la stabilità, tutelando l'interesse dei dipendenti». L'Abi ha ridimensionato l'allarme, sottolineando che al tavolo non sono state fatte cifre. «Abbiamo fatto una rappresentazione del sistema in questo momento particolarmente complesso», ha spiegato Micheli. «Ma non abbiamo parlato di esuberi. Nelle pieghe del ragionamento ci sta che l'eccedenza degli organici potrà portare a una criticità in termini di esuberi, ma questa cosa non è stata affrontata», ha concluso Micheli. La tensione in ogni caso resta alta, soprattutto per quanto riguarda le due vertenze più delicate del momento: quella della Popolare di Milano e quella del Monte dei Paschi."""""""""

AGL Bancari:

L'avevamo ampiamente previsto, in tutti gli interventi di questi ultimi mesi. Nelle banche siamo alla resa dei conti. D'altronde sono al governo del Paese e quindi, se non ora , quando?
Tutti i sindacati di categoria sono stati condotti tranquillamente all'impotenza. Hanno affrontato uno snodo decisivo come se si trattasse di una normale tornata contrattuale. Invece stavano scavando loro una buca sotto i piedi e sono sprofondati, con i loro proclami e i loro scioperi che non sono serviti a un bel nulla.
Grande dimagrimento quindi previsto e , dopo di esso, prevediamo, verrà compiuta anche la fase due ossia una massiccia esternalizzazione di varie funzioni e la precarizzazione del rapporto per coloro che rimarranno all'interno. E, come avvenuto in altri settori, i sindacati verranno degradati da decisivo soggetto di una dialettica sociale a semplici organizzazioni di "capoclasse" e controllori, incaricatti dalle maestre (l'ABI e le direzioni aziendali bancarie) di tenere l'elenco dei buoni e cattivi sulla lavagna e di riferire. Avendo in cambio qualche poltrona, qualche promozione per loro e una manciata di biada per i loro rappresentanti.
Non ci stancheremo mai di ripeterlo: l'unica strategia vincente per un sindacato, in quel contesto, sarebbe stata e sarebbe ancora quella di rifuggire da "coperture" e colpire (chi sa, essendoci dentro, può) la parte datoriale nei suoi veri interessi, quelli di cui loro non parlano mai ma che i cittadini, anche quelli fuori dalle banche , hanno colto al volo, stranamente, prima dei sindacati dei bancari. Quali sono questi interessi? Quelli che tutti possono dedurre dagli scandali, dalle inchieste, dagli articoli di cronaca riguardanti questi signori. Certo, bisognerebbe sbrigarsi, prima che nelle banche tutto venga messo a tacere. O forse è troppo tardi? Con questi dirigenti sindacali si: chi glielo fa fare di cambiare registro? I lavoratori dovrebbero muoversi in questo senso , in prima persona, ma non con gli scioperi sterili bensì con iniziative che sfruttino l'impopolarità delle banche.

lunedì 15 ottobre 2012

PENSIONI DI GUERRA, DI INVALIDITA', POLIZZE VITA: MA QUANTO CI COSTI!......

Da oggi verranno tassate anche tutte quelle rendite rimaste finora protette dall'imposizione fiscale. Pensioni di guerra, pensioni di invalidità e polizze sulla vita.In particolare le pensioni di invalidità e di guerra di tutti coloro che possiedono un reddito superiore ai 15.000 euro.Saranno ridotti anche i permessi richiesti per i disabili e per la cura di familiari portatori di handicap.La retribuzione erogata per i 3 giorni subirà un dimezzamento, ad eccezione nel caso in cui il permesso non venga richiesto per far fronte ai bisogni di un figlio o del proprio coniuge. I permessi per i genitori saranno quindi eliminati. Verrà riconosciuto solamente il 50% della giornata lavorativa a quei genitori che per prendersi cura del proprio figlio chiederanno un giorno di permesso. E la famosa riduzione delle imposte? Lo sconto Irpef : avrà un valore non superiore ai 280 euro annui (tutto qui?). L'IVA (aumentata) potrebbe indurre i consumatori a sostenere un costo compreso tra i 273 e i 500 euro. Tutti i beni, ad eccezione di quelli considerati essenziali (e qui ci sarebbe da discutere, ma lasciamo stare), subiranno un incremento dovuto ad un aumento dell'aliquota intermedia e di quella alta.Le famiglie, sopratutto quelle a reddito medio basso subiranno questi incrementi, ma anche le imprese che dovendo praticare prezzi più alti devono ridurre i propri guadagni (e di ciò abbiamo parlato da poco sul sito dell'ALCAMS-AGL).Però non osate lamentarvi! Il Ministro Padoa-Schioppa (pace all'anima sua) ricorderete, ebbe a dire che pagare le tasse è bello. Ringraziamo Monti e la Maggioranza per quanto ci stanno facendo godere!

venerdì 5 ottobre 2012

BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA: QUESTO NON E' UN PAESE PER CONCERTATORI

Quello che avevamo previsto è avvenuto: la rottura delle trattative al Monte dei Paschi .La trattativa in corso non è riuscita a produrre alcun risultato concreto e si è rivelata completamente inutile
la Delegazione Datoriale in sintesi ha imposto a dei Sindacati-ectoplasma
  • Esternalizzazioni di almeno 1600 persone, incrementabili fino a 2360 risorse in caso di mancato accordo;
  • Fondo di Solidarietà totalmente finanziato dai lavoratori;
  • Disdetta del Contratto Integrativo e sostituzione dei meccanismi salariali contrattati con erogazioni individuali a discrezione aziendale;
  • Gestione della mobilità basata sull’annullamento della ricerca del consenso e sull’abbattimento delle indennità previste.
Più in particolare: il Piano Industriale prevede tagli per circa 300 milioni alle ASA “altre spese amministrative” - che comprendono anche consulenze, servizi, affitti, compensi a professionisti esterni, sponsorizzazioni, trasporti, ecc. - e circa 300 milioni sul costo del personale,
un forte ridimensionamento delle strutture Centrali (capogruppo bancaria, Aree territoriali, delocalizzazioni derivanti dai precedenti fusioni) e periferiche (DTM che diminuiscono nel numero e negli addetti), provocando una mobilità territoriale per oltre 2.500 risorse che, secondo l’azienda, essendo disdettato il CIA dovrebbe essere gestito con un nuovo accordo. A questo occorre aggiungere le cessioni di Asset (Biverbanca, Consumit e Leasing) e la esternalizzazione di 2.360 risorse impiegate in attività di back office sia nelle Aree territoriali che nei Poli del Consorzio Operativo.
L'utenza vedrà la chiusura di 400 filiali. Già ci sono le prime proteste di amministratori locali.Il disegno teso a dividere i Lavoratori ed a privarli delle proprie garanzie normative e contrattuali ha trovato attuazione.La minaccia degli esuberi è stata utilizzata durante la trattativa: licenziamenti collettivi nel caso in cui le parti non fossero addivenute ad una condivisione sul tema delle esternalizzazioni del Back-Office. A poco è servito ai sindacati evocare la sacralità del CCNL.Addirittura è avvenuta la disdetta del Contratto Integrativo BMPS dal prossimo 1° novembre
Da quella data troverà applicazione un “Regolamento” che farà in modo di individualizzare il rapporto di lavoro, aumentando la discrezionalità dell’Azienda sull’applicazione delle previsioni salariali, oltre che sulle prospettive di natura professionale dei dipendenti. E l'AGL Bancari aveva previsto anche questo, pur osservando dal di fuori (è nata da 4 mesi) l'evoluzione degli avvenimenti. Contrattazione aziendale azzerata e ridotta ad elargizioni unilaterali e discrezionali dell’azienda,
soppressione delle garanzie economiche – a cominciare dal sistema incentivante e dal Premio Aziendale - deregolamentazione della mobilità territoriale e dei percorsi di carriera, abolizione dei livelli minimi inquadramentali, eliminazione delle selezioni interne per i passaggi di categoria e introduzione dei budget commerciali a livello di singola risorsa . In sintesi: una Waterloo.
Converrebbe a tutti i vertici sindacali della categoria bancari prendere atto del fallimento e dimettersi, lasciando spazio ai giovani.
Penosa è l'ultima trovata che riconferma la subalternità a logiche e formalismi non più appartenenti alla realtà vera, come se nelle società fossero davvero i meccanismi civilistici a governare e non valesse il potere del più forte: la partecipazione dei Dipendenti-Soci all’Assemblea degli Azionisti del prossimo 9 ottobre, sia per esprimere il voto contrario sui punti previsti all’ordine del giorno, sia per manifestare apertamente il proprio dissenso nei confronti della “strategia” sul personale sino a questo momento adottata dall’Azienda. In particolare, voto contrario sui punti riguardanti l’aumento di capitale “dedicato” e lo spostamento di poteri dall’Assemblea stessa al CdA (anche in materia di esternalizzazioni) e dal CdA al Presidente e all’Amministratore Delegato .
Ma già tutto deciso in direzione opposta: infatti la Deputazione Amministratrice della Fondazione Monte dei Paschi di Siena ha deliberato all'unanimità di votare “sì” a tutti i punti all'ordine del giorno dell'Assemblea Straordinaria degli Azionisti
I Sindacati dei bancari hanno rinunciato a far pulizia delle magagne vere dell'azienda che li ospita. Hanno abbassato il livello dello scontro e, in maniera commovente e onesta (ma fessa) sono stati più conservativi dei banchieri stessi nel proteggere la casa comune.Sono stati ripagati con un sorriso beffardo e un pugno di mosche.
MPS ha infatti altri punti deboli che avrebbero dovuto essere meglio coltivati da vertici sindacali autenticamente conflittuali (negli interessi ) con la parte datoriale, cercando alleanze con i risparmiatori esasperati.
Tutti sappiamo della bocciatura per il Monte dei Paschi di Siena a parere dell’Eba, l’Autorità bancaria europea, dopo gli ultimi stress test effettuati sui principali istituti di credito italiani.
Dai dati forniti nel rapporto emerge che la banca presieduta da Alessandro Profumo, per il quale lunedì a Milano si è aperto il processo sul caso Brontos-Unicredit, ha un coefficiente patrimoniale all’8,85% ma considerata la sottoscrizione dei Tremonti-bond (nel 2009) l’asticella sale al 10,8 per cento. All’appello manca il nuovo aiuto di Stato che l’istituto senese sta aspettando, i cosiddetti Monti-bond, che sono in attesa del via libera da parte della Ue.
Quindi l’Eba certifica per Siena un deficit patrimoniale (shortfall) al 30 giugno scorso di 1,72 miliardi di euro. La banca precisa che "la cessione di BiverBanca e l’operazione di riacquisto di di titoli subordinati" ridurrebbero il dato a 1,44 miliardi. E che "gli interventi necessari ad assicurarne la copertura sono stati avviati con l’esplicito supporto dello Stato italiano".
I Monti Bond sono una versione rivista dei Tremonti Bond. Questi ultimi erano stati richiesti dall’istituto per 1,9 miliardi, ma il governo dovrebbe erogare presto 3,4 miliardi, che sostituiranno interamente gli 1,9 miliardi già incassati e apporteranno così nuova liquidità per quasi 1,5 miliardi, esattamente quanto manca alla banca per arrivare al Core Tier1 del 9%.
Il via libera di Bruxelles è necessario per stabilire la compatibilità con la disciplina europea che vieta gli aiuti di Stato.I Tremonti Bond sono obbligazioni emesse dagli istituti e sottoscritti dal Ministero dell’Economia a rendimenti abbastanza alti, ma che non vanno corrisposti, qualora la banca chiuda un esercizio in perdita. Tali titoli sono anche subordinati, in quanto vanno rimborsati, in caso di insolvenza, solo successivamente al pagamento degli altri debiti dell’istituto. Inoltre, essi sono privi di scadenza, nel senso che non hanno un limite temporale per il rimborso, fermo restando che la banca potrà rimborsarli quando vuole.Le indiscrezioni dicono che Bruxelles darà il suo assenso alla compatibilità di questi bond con la normativa in vigore, Tuttavia resta il fatto che in Italia abbiamo la terza banca (in classifica), non in grado di superare i test sulla sua solidità patrimoniale, senza aiuti di stato. Perché tali sono i Tremonti Bond.Bruxelles dovrà anche verificare che tale aiuto di Stato (i Monti Bond) sia compatibile o meno con le nuove regole per la ricapitalizzazione delle banche con fondi pubblici.La differenza tra Tremonti-bond e Monti-bond riguarda il trattamento delle situazioni d'incapienza del debitore nel caso in cui, chiudendo il bilancio in perdita, la banca si trovi nell'impossibilita' di pagare al Tesoro gli interessi sul prestito.
Con i Tremonti-bond scattava un periodo di grazia nel quale il debitore non corrispondeva gli interessi dovuti, con i Monti-bond l'ammontare di interessi non corrisposti viene trasformato in azioni della banca da assegnare allo Stato.Nel rispetto delle nuove indicazioni della Commissione Ue che regolano gli aiuti pubblici alle banche con strumenti ibridi di capitale.
Il governo italiano ha optato per una soluzione nella quale il Monte, se chiudesse il bilancio in perdita ( evento probabile quest'anno dopo il rosso di 1,6 miliardi della semestrale), assegnerebbe al Ministero azioni ordinarie di nuova emissione per una quota del patrimonio netto corrispondente all'importo della cedola non corrisposta.
La scelta ricalca parzialmente quanto dispone il codice civile in tema di aumenti di capitale riservati consentendo di determinare 'il prezzo di emissione delle azioni in base al valore del patrimonio netto, tenendo conto, per le azioni quotate in borsa, anche dell'andamento delle quotazioni nell'ultimo semestre .Per il Monte dei Paschi i soldi arriveranno in ogni caso. Discorso diverso per i suoi attuali azionisti. Qui la quota di capitale della banca assegnata al Tesoro diluira' in maniera piu' o meno significativa l'utile per azione.Quindi saranno i soldi dei cittadini italiani a salvare una banca con un debito da un miliardo di euro, frutto di scelte non certo appropriate nelle strategie recenti. Ma con questo assetto d'ora in poi potremo di fatto considerare Mps a partecipazione statale: se infatti la banca non avrà i soldi per restituire gli interessi dei Tremonti Bond, il controvalore sarà pagato con partecipazioni nel capitale dell’istituto. Difficilmente infatti Mps potrà vantare utili distribuibili .Nel corso della prossima assemblea il cda di Monte Paschi dovrebbe essere delegato dall’assemblea dei soci ad aumentare il capitale sociale per un miliardo di euro e preparare così di fatto l’ingresso dello Stato nel capitale. Il governo siederà così in assemblea e potrà influenzare le nomine in cda.
Altro che le noccioline oggetto della trattativa sindacale finita male:riduzione dei costi relativi a consulenze esterne, benefits aziendali, contributi affitto, retribuzioni del Top Management e le tipologie contrattuali utilizzate per l’ingaggio dei manager stessi. Oppure gli escamotage per ottenere mediante le fuoriuscite definitive di personale il raggiungimento degli obiettivi ricercati di riduzione del costo del lavoro .
Ripetiamo: commovente l'operato dei sindacati rappresentativi, tutta la nostra solidarietà ai lavoratori ma con l'azienda andava adottato il pugno duro, sin dall'inizio, al costo di gettare gli stracci in strada. Non è stato fatto e ormai è troppo tardi. Gli interessi e i rapporti di forza sono troppo squilibrati. I sindacati dovranno solo ora trovare il modo di mascherare nella maniera meno umiliante possibile la sconfitta e il fallimento di una condotta troppo vicina alla salvaguardia di questo castello di interessi che a loro dà privilegi e al resto degli italiani toglie il sonno. O si sta con i banchieri o si sta con il popolo. Non c'è in questo caso una via di mezzo.
In conclusione, alcuni spunti di riflessione. Da tempo la Camusso parla della necessità che lo Stato acquisisca quote di aziende private. E' stata accontentata: ora lo stato parteciperà ai licenziamenti e alle esternalizzazioni.
La sorte dei contratti collettivi: finora il mostro era Marchionne. Ci sembra che Profumo (con idee politiche opposte) lo abbia addirittura surclassato. Un messaggio per chi nutre grandi attese dalle prossime elezioni. E' bene che nel mondo del lavoro ci abituiamo a delegare il meno possibile, se questo è l'andazzo.E a emanciparci dall'idolatria nei confronti della contrattazione collettiva vecchio tipo, che non convince e non paga più.Osserviamo poi una inquietante similitudine tra i destini sindacali nel bancario e nel pubblico impiego. Forse perchè si è dimenticata troppo presto una lezione dai vituperati anni settanta: il vero sindacato deve saper farsi rispettare. E ci siamo capiti. E poi, per Bonanni che da tempo recita salmi sulla concertazione e sulla partecipazione dei lavoratori agli utili delle aziende: in MPS la concertazione è stata sbeffeggiata e la governance continua ad andare sempre nella solita direzione.E nel bancario è presente un forte sindacato CISL di categoria.Se il buon giorno si vede dal mattino, stiamo freschi.

giovedì 4 ottobre 2012

LA BEFFA DEL FONDO PER L'ACCESSO AL MUTUO DELLE GIOVANI COPPIE

Continuano le difficoltà di accesso al credito per l'acquisto della prima casa, in particolare per le giovani coppie.Da circa un anno è operativo un "Fondo per l'accesso al credito per l'acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie coniugate o dei nuclei familiari anche monogenitoriali con figli minori"". (http://www.diamoglifuturo.it/fondo-casa )
Sono disponibili 50 milioni di euro affinché le giovani coppie possano comprarsi la prima casa, ma ne sono stati utilizzati pochissimi (meno del 5%) perchè, sembra, le banche non informano i giovani che vanno a chiedere mutui di questa opportunità. Sembra addirittura che gli impiegati agli sportelli bancari neppure sappiano di questa offerta. A chi si è permesso di contestare tale situazione, l'ABI ha risposto che le banche non concedono i mutui ai giovani per tutelarli perché avendo lavori spesso precari, se si trovassero nella situazione di non poter rimborsare le rate sarebbe peggio per loro. Ma il sospetto è un altro, che le banche non ci guadagnino abbastanza. Se il Governo vuole fare qualcosa di concreto per i giovani inizi da qui.

giovedì 16 agosto 2012

BANCHE: IL MINISTRO GRILLI GIOCA A NASCONDINO CON I SINDACATI


Allora, questi decreti attuativi del Fondo di Solidarietà per i Bancari saranno stati firmati o no dal Ministro dell'Economia Grilli?
Per Milano Finanza sì. Ma Sindacati e ABI cadono tra le nuvole. Lo avevano chiesto con una lettera il mese scorso poi non se ne era saputo più nulla.
http://borsaitaliana.it/borsa/notizie/mf-dow-jones/italia-dettaglio.html?newsId=1021543&lang=it
Dopo la tornata di scioperi in grandi aziende bancarie di fine luglio, in effetti sono ripresi incontri con le organizzazioni sindacali. Tuttavia ancora si è in una fase in cui non si è ben capito se vi sia serietà di intenti o solo la voglia di prendere tempo.Questa scelta comunicativa di Grilli (non ha infatti nè confermato nè smentito) è inquietante e presenta una strana analogia con quanto accaduto in passato, laddove certi politici venivano avvertiti dagli organi di stampa dell'esistenza di un quasi certo "avviso di garanzia" a loro carico. E' un comportamento tipico che viene adottato quando vi è una lotta tra poteri, in vista di una resa dei conti la cui conclusione è già segnata.
E' il massimo della mancanza di rispetto e la dice lunga sulla considerazione delle legittime istanze dei lavoratori che il Governo ha ricavato dai recenti scioperi bancari e della scarsa preoccupazione per quello generale, annunciato, che verrà a settembre. I lavoratori bancari si rendano conto di non avere speranze se continueranno ad avvalersi di questi sindacati senza spina dorsale. Senza voler considerare poi la figura barbina fatta dall'ABI, la quale evidentemente è stata scavalcata di fatto, da altre entità, nella sua funzione di rappresentanza delle aziende.

lunedì 30 luglio 2012

TANTO TUONO' CHE PIOVVE. DOPO LO SCIOPERO UNICREDIT E MPS, ABI E BIG SINDACALI (GATTI E VOLPI) STANNO PER METTERSI D'ACCORDO SULLA COGESTIONE DEGLI ESUBERI.

Cosa bolle in pentola dopo gli scioperi a MPS e UNICREDIT?
Leggete qui:
http://www.ilgiornale.it/news/economia/banche-test-dello-sciopero-generale-826577.html
Confermati 28 mila esuberi (di cui 15 mila esodati), la cui entità potenziale non è stata minimamente scalfita dallo sciopero. I numeri sono impietosi e se ne deve uscire, piaccia o no ai Sindacati. I quali , come di moda in Italia, sono "scelti" tra quelli più "dialoganti".Nonostante poi gli scioperi passati e il futuro (quello generale) Monti non si è affatto impressionato (o meglio, così gli è stato ordinato, dai suoi azionisti di riferimento, le banche) e non ha emanato i decreti necessari alla riproposizione degli specifici ammortizzatori del settore. In pratica, si comincia a stringere il cappio intorno al collo dei lavoratori per imporre loro di sbrigarsi a decidere: gli Apache (i banchieri) hanno circondato il fortino (i bancari) attendendo che sotto il sole fame e sete comincino a provocare gli effetti voluti.Il rospo da ingoiare è grosso e ruvido: smaltimento (proviamo ad indovinare: in questo caso gli aiuti del Governo non si faranno attendere) veloce della pratica esodati e, per tutti gli altri che rimarranno (alleggeriti dagli altri esuberi), salario variabile legato agli andamenti delle aziende. In pratica passaggio coatto a una condizione molto simile a quella degli associati in partecipazione o ai lavoratori delle cooperative.Difficilmente i lavoratori potranno ribellarsi, perchè pende la spada di Damocle del ricatto occupazionale. Pochi lo faranno mentre, per i più, l'unica alternativa sarà di porsi sotto l'ombrello protettivo dei 4 più grandi sindacati i quali per il disturbo verranno conglobati in un modello di cogestione "alla tedesca" (ma noi azzardiamo l'ipotesi che tra qualche anno, su pretesa dei tedeschi che si sentiranno offesi, verrà ribattezzata cogestione "all'italiana"). I boss sindacali siederanno negli organismi di gestione e controllo e il lavoratore bancario sarà bello che impacchettato. Sintomatico è il distinguo , chiaro, con il precedente della BPM che ha fatto arrabbiare molto la Banca d'Italia e visto con timore per l'eccessivo spazio offerto alle dinamiche sindacali interne. Confermato quindi, come già sapevamo, che in Italia i Sindacati dei bancari vedono molto più in là dei loro colleghi di altri settori. Ma veramente molto, molto più avanti......

sabato 21 luglio 2012

23 MILA POSTI A RISCHIO NELLE BANCHE ITALIANE: THE DAY BEFORE...

Come ALAC-AGL siamo arrivati da poco nel mondo bancario e assicurativo. Certo, in una situazione tutta in salita, come risulta dal seguente articolo
Siamo alla vigilia del 27 luglio, data fatidica dello sciopero generale indetto dagli altri sindacati dei bancari.Dal 2000 ad oggi nel settore bancario vi sono stati circa 40.000 esuberi gestiti con un fondo di solidarietà di origine pattizia.Questo fondo è stato perfezionato (con strumenti di politica attiva per l'uscita dalle crisi aziendali) con un accordo del luglio 2011 che tuttavia non ha finora il decreto interministeriale di recepimento. Ad aggravare il quadro di incertezza, la vicenda esodati che ha colpito anche le banche e il blocco di versamenti dell'INPS in relazione a quest'ultima questione.Si spera che l'incontro appena richiesto da ABI e Sindacati a Fornero e Grilli sblocchi questa situazione.
Nonostante queste carte da giocare è però inutile negare che le prospettive sono le più nere degli ultimi anni: si calcolano a breve altri 23 mila esuberi.
Così come l'evidenza di una parte datoriale (le direzioni aziendali dei vari Istituti) che ha scelto definitivamente lo scontro aspro e all'ultimo sangue, con i lavoratori e con i Sindacati. Insomma, i vertici bancari potrebbero essere ben definiti i moderni padroni delle ferriere, pronti, dopo aver avviato verso la rovina il ceto medio dei risparmiatori, a fare lo stesso con il proprio esercito di bancari. Professione che, per ironia, qualche tempo fa era considerata, dalle nonne e dalle zie il non plus ultra della sicurezza e della “sistemazione”. E lo possono fare, perchè hanno una UE e un governo nazionale dalla loro parte, loro espressione e loro principale referente. Un po' quello che avveniva al fascismo con gli agrari. Togliamo qualche manganello e qualche divisa, aggiungiamo un po' di democrazia solo apparente e il “fascismo 2.0” è bello che confezionato (90 anni dopo).
Così come avveniva in quell'epoca, sono personalità “progressiste” a svolgere ruoli di primo piano.Per esempio il Dott. Alessandro Profumo ex AD di Unicredit ed ora presidente di MPS che per poco non ha fatto le scarpe a Bersani come candidato premier del centro-sinistra.Ora, in confronto a lui , addirittura Marchionne sembra un “gruppettaro” degli anni '70. Già , perchè oggi MPS prende più aiuti dallo Stato che la FIAT la quale deve confrontarsi con il mercato (finalmente) senza le reti di sicurezza di cui gode MPS.
Analoga grave situazione riguarda il Gruppo Intesa San Paolo. Accomuna queste vertenze un dato che è spiacevole evidenziare: alle aziende bancarie degli scioperi non interessa nulla. Sono stati fatti, sono riusciti benissimo ma le stesse hanno continuato a prendere in giro tutti i sindacati dopo così come lo facevano prima. Non confondiamo la concessione di incontri con passi avanti concreti. Le banche sanno cosa vogliono i lavoratori e se volessero potrebbero iniziare subito (anche senza incontri) ad attivarsi in quel senso. Ma non lo fanno perchè è troppo tardi. La posta è troppo grossa: è il potere e il privilegio, il mantenimento di essi. Solo così si spiegano i colpi bassi ai sindacati e alle loro forme organizzate unitarie.Li metteranno davanti al fatto compiuto, cercando di umiliarli.E' pertanto arrivato il momento di studiare e attuare forme di lotta nuove , dimostrando che anche i sindacati sono capaci di violare certe regole al pari di quanto stanno facendo le grandi aziende bancarie.Il momento storico lo richiede e la responsabilità di queste scelte ricade innanzitutto sui Sindacati più grandi e più forti che devono dimostrare di meritare la fiducia che (nelle deleghe e nelle RSU) migliaia di bancari hanno riposto in loro. L'ALAC-AGL , ultima arrivata, farà la sua parte.