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sabato 21 luglio 2012

23 MILA POSTI A RISCHIO NELLE BANCHE ITALIANE: THE DAY BEFORE...

Come ALAC-AGL siamo arrivati da poco nel mondo bancario e assicurativo. Certo, in una situazione tutta in salita, come risulta dal seguente articolo
Siamo alla vigilia del 27 luglio, data fatidica dello sciopero generale indetto dagli altri sindacati dei bancari.Dal 2000 ad oggi nel settore bancario vi sono stati circa 40.000 esuberi gestiti con un fondo di solidarietà di origine pattizia.Questo fondo è stato perfezionato (con strumenti di politica attiva per l'uscita dalle crisi aziendali) con un accordo del luglio 2011 che tuttavia non ha finora il decreto interministeriale di recepimento. Ad aggravare il quadro di incertezza, la vicenda esodati che ha colpito anche le banche e il blocco di versamenti dell'INPS in relazione a quest'ultima questione.Si spera che l'incontro appena richiesto da ABI e Sindacati a Fornero e Grilli sblocchi questa situazione.
Nonostante queste carte da giocare è però inutile negare che le prospettive sono le più nere degli ultimi anni: si calcolano a breve altri 23 mila esuberi.
Così come l'evidenza di una parte datoriale (le direzioni aziendali dei vari Istituti) che ha scelto definitivamente lo scontro aspro e all'ultimo sangue, con i lavoratori e con i Sindacati. Insomma, i vertici bancari potrebbero essere ben definiti i moderni padroni delle ferriere, pronti, dopo aver avviato verso la rovina il ceto medio dei risparmiatori, a fare lo stesso con il proprio esercito di bancari. Professione che, per ironia, qualche tempo fa era considerata, dalle nonne e dalle zie il non plus ultra della sicurezza e della “sistemazione”. E lo possono fare, perchè hanno una UE e un governo nazionale dalla loro parte, loro espressione e loro principale referente. Un po' quello che avveniva al fascismo con gli agrari. Togliamo qualche manganello e qualche divisa, aggiungiamo un po' di democrazia solo apparente e il “fascismo 2.0” è bello che confezionato (90 anni dopo).
Così come avveniva in quell'epoca, sono personalità “progressiste” a svolgere ruoli di primo piano.Per esempio il Dott. Alessandro Profumo ex AD di Unicredit ed ora presidente di MPS che per poco non ha fatto le scarpe a Bersani come candidato premier del centro-sinistra.Ora, in confronto a lui , addirittura Marchionne sembra un “gruppettaro” degli anni '70. Già , perchè oggi MPS prende più aiuti dallo Stato che la FIAT la quale deve confrontarsi con il mercato (finalmente) senza le reti di sicurezza di cui gode MPS.
Analoga grave situazione riguarda il Gruppo Intesa San Paolo. Accomuna queste vertenze un dato che è spiacevole evidenziare: alle aziende bancarie degli scioperi non interessa nulla. Sono stati fatti, sono riusciti benissimo ma le stesse hanno continuato a prendere in giro tutti i sindacati dopo così come lo facevano prima. Non confondiamo la concessione di incontri con passi avanti concreti. Le banche sanno cosa vogliono i lavoratori e se volessero potrebbero iniziare subito (anche senza incontri) ad attivarsi in quel senso. Ma non lo fanno perchè è troppo tardi. La posta è troppo grossa: è il potere e il privilegio, il mantenimento di essi. Solo così si spiegano i colpi bassi ai sindacati e alle loro forme organizzate unitarie.Li metteranno davanti al fatto compiuto, cercando di umiliarli.E' pertanto arrivato il momento di studiare e attuare forme di lotta nuove , dimostrando che anche i sindacati sono capaci di violare certe regole al pari di quanto stanno facendo le grandi aziende bancarie.Il momento storico lo richiede e la responsabilità di queste scelte ricade innanzitutto sui Sindacati più grandi e più forti che devono dimostrare di meritare la fiducia che (nelle deleghe e nelle RSU) migliaia di bancari hanno riposto in loro. L'ALAC-AGL , ultima arrivata, farà la sua parte.

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