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lunedì 30 luglio 2012

TANTO TUONO' CHE PIOVVE. DOPO LO SCIOPERO UNICREDIT E MPS, ABI E BIG SINDACALI (GATTI E VOLPI) STANNO PER METTERSI D'ACCORDO SULLA COGESTIONE DEGLI ESUBERI.

Cosa bolle in pentola dopo gli scioperi a MPS e UNICREDIT?
Leggete qui:
http://www.ilgiornale.it/news/economia/banche-test-dello-sciopero-generale-826577.html
Confermati 28 mila esuberi (di cui 15 mila esodati), la cui entità potenziale non è stata minimamente scalfita dallo sciopero. I numeri sono impietosi e se ne deve uscire, piaccia o no ai Sindacati. I quali , come di moda in Italia, sono "scelti" tra quelli più "dialoganti".Nonostante poi gli scioperi passati e il futuro (quello generale) Monti non si è affatto impressionato (o meglio, così gli è stato ordinato, dai suoi azionisti di riferimento, le banche) e non ha emanato i decreti necessari alla riproposizione degli specifici ammortizzatori del settore. In pratica, si comincia a stringere il cappio intorno al collo dei lavoratori per imporre loro di sbrigarsi a decidere: gli Apache (i banchieri) hanno circondato il fortino (i bancari) attendendo che sotto il sole fame e sete comincino a provocare gli effetti voluti.Il rospo da ingoiare è grosso e ruvido: smaltimento (proviamo ad indovinare: in questo caso gli aiuti del Governo non si faranno attendere) veloce della pratica esodati e, per tutti gli altri che rimarranno (alleggeriti dagli altri esuberi), salario variabile legato agli andamenti delle aziende. In pratica passaggio coatto a una condizione molto simile a quella degli associati in partecipazione o ai lavoratori delle cooperative.Difficilmente i lavoratori potranno ribellarsi, perchè pende la spada di Damocle del ricatto occupazionale. Pochi lo faranno mentre, per i più, l'unica alternativa sarà di porsi sotto l'ombrello protettivo dei 4 più grandi sindacati i quali per il disturbo verranno conglobati in un modello di cogestione "alla tedesca" (ma noi azzardiamo l'ipotesi che tra qualche anno, su pretesa dei tedeschi che si sentiranno offesi, verrà ribattezzata cogestione "all'italiana"). I boss sindacali siederanno negli organismi di gestione e controllo e il lavoratore bancario sarà bello che impacchettato. Sintomatico è il distinguo , chiaro, con il precedente della BPM che ha fatto arrabbiare molto la Banca d'Italia e visto con timore per l'eccessivo spazio offerto alle dinamiche sindacali interne. Confermato quindi, come già sapevamo, che in Italia i Sindacati dei bancari vedono molto più in là dei loro colleghi di altri settori. Ma veramente molto, molto più avanti......

sabato 21 luglio 2012

23 MILA POSTI A RISCHIO NELLE BANCHE ITALIANE: THE DAY BEFORE...

Come ALAC-AGL siamo arrivati da poco nel mondo bancario e assicurativo. Certo, in una situazione tutta in salita, come risulta dal seguente articolo
Siamo alla vigilia del 27 luglio, data fatidica dello sciopero generale indetto dagli altri sindacati dei bancari.Dal 2000 ad oggi nel settore bancario vi sono stati circa 40.000 esuberi gestiti con un fondo di solidarietà di origine pattizia.Questo fondo è stato perfezionato (con strumenti di politica attiva per l'uscita dalle crisi aziendali) con un accordo del luglio 2011 che tuttavia non ha finora il decreto interministeriale di recepimento. Ad aggravare il quadro di incertezza, la vicenda esodati che ha colpito anche le banche e il blocco di versamenti dell'INPS in relazione a quest'ultima questione.Si spera che l'incontro appena richiesto da ABI e Sindacati a Fornero e Grilli sblocchi questa situazione.
Nonostante queste carte da giocare è però inutile negare che le prospettive sono le più nere degli ultimi anni: si calcolano a breve altri 23 mila esuberi.
Così come l'evidenza di una parte datoriale (le direzioni aziendali dei vari Istituti) che ha scelto definitivamente lo scontro aspro e all'ultimo sangue, con i lavoratori e con i Sindacati. Insomma, i vertici bancari potrebbero essere ben definiti i moderni padroni delle ferriere, pronti, dopo aver avviato verso la rovina il ceto medio dei risparmiatori, a fare lo stesso con il proprio esercito di bancari. Professione che, per ironia, qualche tempo fa era considerata, dalle nonne e dalle zie il non plus ultra della sicurezza e della “sistemazione”. E lo possono fare, perchè hanno una UE e un governo nazionale dalla loro parte, loro espressione e loro principale referente. Un po' quello che avveniva al fascismo con gli agrari. Togliamo qualche manganello e qualche divisa, aggiungiamo un po' di democrazia solo apparente e il “fascismo 2.0” è bello che confezionato (90 anni dopo).
Così come avveniva in quell'epoca, sono personalità “progressiste” a svolgere ruoli di primo piano.Per esempio il Dott. Alessandro Profumo ex AD di Unicredit ed ora presidente di MPS che per poco non ha fatto le scarpe a Bersani come candidato premier del centro-sinistra.Ora, in confronto a lui , addirittura Marchionne sembra un “gruppettaro” degli anni '70. Già , perchè oggi MPS prende più aiuti dallo Stato che la FIAT la quale deve confrontarsi con il mercato (finalmente) senza le reti di sicurezza di cui gode MPS.
Analoga grave situazione riguarda il Gruppo Intesa San Paolo. Accomuna queste vertenze un dato che è spiacevole evidenziare: alle aziende bancarie degli scioperi non interessa nulla. Sono stati fatti, sono riusciti benissimo ma le stesse hanno continuato a prendere in giro tutti i sindacati dopo così come lo facevano prima. Non confondiamo la concessione di incontri con passi avanti concreti. Le banche sanno cosa vogliono i lavoratori e se volessero potrebbero iniziare subito (anche senza incontri) ad attivarsi in quel senso. Ma non lo fanno perchè è troppo tardi. La posta è troppo grossa: è il potere e il privilegio, il mantenimento di essi. Solo così si spiegano i colpi bassi ai sindacati e alle loro forme organizzate unitarie.Li metteranno davanti al fatto compiuto, cercando di umiliarli.E' pertanto arrivato il momento di studiare e attuare forme di lotta nuove , dimostrando che anche i sindacati sono capaci di violare certe regole al pari di quanto stanno facendo le grandi aziende bancarie.Il momento storico lo richiede e la responsabilità di queste scelte ricade innanzitutto sui Sindacati più grandi e più forti che devono dimostrare di meritare la fiducia che (nelle deleghe e nelle RSU) migliaia di bancari hanno riposto in loro. L'ALAC-AGL , ultima arrivata, farà la sua parte.